La Manovra 2021 investe molto sulla donna, incentivandone l’assunzione e premiando le imprese femminili.
Come preannunciato, torniamo a parlare della Manovra 2021 confermandone novità con particolare riferimento a quanto previsto per il mondo femminile.
Una vera e propria “manna” per il gentil sesso a cominciare dalla misura di “opzione donna” che consentirà alle lavoratrici un prepensionamento, nel 2021, a condizioni favorevoli rispetto al recente passato (art.60); ma la vera e propria “panacea” per le legittime e rinnovate ambizioni delle donne “in lavoro” risulta l’istituzione di un specifico “fondo impresa femminile” (art.17), per la verità con una relativa dotazione finanziaria (20 milioni di euro), che ne supporterà progetti ed iniziative con erogazione pubbliche, a fondo perduto e/o a tassi agevolato per le quali attenderemo i soli decreti attuativi per conoscere condizioni di accesso e modalità di richiesta.
Nello stesso articolo di cui sopra, segnaliamo la creazione di un “Comitato impresa donna” (al comma 8) che, negli intendimenti, dovrebbe coordinare gli indirizzi delle politiche economiche in favore delle imprese femminili.
Discorso a parte per un particolare “bonus assunzioni” (art.5) da utilizzare nel biennio 2020/2021 che solo per le “signore” prescinderà della giovane età (a differenza dell’agevolazione prevista per i maschietti, per i quali vale il limite massimo dei 35 anni) e consentirà ai datori di lavoro di usufruire del 100% di sgravi, sino al limite di euro 6 mila annui; ciò permetterà, con tutta probabilità, un aumento della forza lavoro in particolari settori lavorativi, nei quali la presenza della donna è già consolidata.
Da non trascurare poi la grande incognita della “incompatibilità” delle norme agevolative interne rispetto alle direttive comunitarie che esigerà la solita autorizzazione Cee per rendersi applicabile.