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Bonus pubblicità, cosa cambia nel 2020 rispetto al passato

Michele Mastrobuoni by Michele Mastrobuoni
Giugno 11, 2020
in News
Reading Time: 3 min
giornali e laptop
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Al fine di tutelare il settore dell’editoria dalle conseguenze della pandemia di Covid-19, il governo italiano ha novellato la normativa attinente al bonus pubblicità 2020, modificandone la struttura ed ampliandone la fruizione.

Misura molto ambita dagli editori, dal momento che consente loro un aumento delle entrate, il bonus pubblicità incontra il favore anche degli inserzionisti, poiché si sostanzia in un’agevolazione fiscale di cui possono fruire in forma di credito di imposta, in compensazione sul modello F24.

Come funziona | A chi spetta | Come fare

Come funziona e a quanto ammonta

Riconoscendone dunque l’importanza strategica tanto per l’editoria quanto per il commercio, il governo ha innovato la disciplina di tale bonus. Le modifiche sono contenute al comma 1 dell’art. 186 del “Decreto rilancio” (d.l. n.34/20), e fanno seguito a quelle poste in essere dal precedente “Decreto cura Italia” (d.l. n.18/20), ove si stabiliva la possibilità di fruizione del credito di imposta non più in relazione ai soli incrementi pubblicitari rispetto all’anno precedente, bensì sulla somma totale degli investimenti effettuati.

A tali novità si sono aggiunte quelle stabilite con il succitato “Decreto rilancio”, che ha previsto un aumento del credito di imposta dal 30 al 50% delle spese pubblicitarie totali. Facciamo due esempi per comprendere cosa è cambiato per l’inserzionista rispetto all’anno precedente:

Esempio 1: Se nel 2018 ho speso 1.000 euro in pubblicità e nel 2019 1.500, la base di calcolo per il credito d’imposta è la differenza tra i due anni, vale a dire 500 euro. Al 2019, il bonus sarebbe stato, nella fattispecie, del 75% di 500 euro, ossia 375 euro.

Esempio 2: Nel 2020 spendo 1.500 euro in pubblicità, che rappresentano in toto la base di calcolo per il credito di imposta. Su questi, il bonus è del 30%, ossia 450 euro.

Lo stesso “Decreto Rilancio” ha fissato a 60 milioni di euro il tetto massimo disponibile per coprire i costi del bonus. Tale cifra, attinta dal Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, è suddivisa in due quote: 40 milioni di euro per gli investimenti pubblicitari in giornali, quotidiani e periodici; 20 milioni di euro per quelli effettuati tramite emittenti televisive e radiofoniche, sia nazionali che locali.

A chi spetta il bonus e quali sono i requisiti

A beneficiare del bonus pubblicità, nella forma del credito di imposta, sono: imprese, lavoratori autonomi, enti non commerciali, che effettuano “investimenti in campagne pubblicitarie sulla stampa quotidiana e periodica anche on line e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali”.

Per i giornali, siano essi cartacei o digitali, sono aggiunti due ulteriori requisiti: l’iscrizione al ROC (Registro degli Operatori della Comunicazione) e la nomina di un direttore responsabile.

Non sono contemplati nel computo dell’agevolazione: i costi per la realizzazione di grafiche pubblicitarie, per le campagne sui social media o su Google Ads, né quelli sopportati per la pubblicazione di volantini.

Come fare

La possibilità di avvalersi di tale misura è subordinata alla presentazione di una comunicazione telematica all’Agenzia delle Entrate nel periodo compreso tra il giorno 1 ed il giorno 30 di settembre 2020.

Tra il 1° ed il 31 gennaio 2021, invece, i soggetti interessati a godere del bonus dovranno presentare una dichiarazione sostitutiva relativa agli investimenti effettuati.

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Michele Mastrobuoni

Giornalista, laureato in giurisprudenza. Lavora nell'editoria online dal 2008.

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